Anunnaki: Il Film Proibito che Non è Mai Arrivato al Cinema

"Anunnaki" era un progetto cinematografico avvolto nel mistero e nell'intrigo, destinato a diventare il primo film di una trilogia lanciata nel 2006, che però non ha mai visto la luce nei cinema. Questo articolo esplora le ragioni dietro la sua cancellazione e il fascino che continua a esercitare nell'ambito delle teorie cospirazionistiche e ufologiche.

Anunnaki: Il Film Proibito che Non è Mai Arrivato al Cinema


Il Progetto "Anunnaki"

Diretto da Jon Gress, il film "Anunnaki" si basava su diverse teorie cospirative riguardanti l'antica razza aliena degli Anunnaki, ritenuti creatori della razza umana. Il film avrebbe esplorato queste teorie attingendo da vecchie scritture sumere e racconti biblici, suggerendo che gli Anunnaki combatterono contro i rettiliani in una delle più importanti battaglie sul nostro pianeta.

Censura e Controversie

Nonostante l'alto interesse del pubblico e la preparazione di una trilogia, il progetto è stato improvvisamente annullato. Questa decisione ha alimentato speculazioni riguardo a possibili pressioni e interferenze da parte di governi o società segrete, come gli Illuminati, intente a nascondere la "vera" storia dell'umanità.

Il Trailer e le Reazioni

Il trailer del film, con lo slogan "Darwin era sbagliato", anticipava una narrazione alternativa sull'origine dell'Homo Sapiens e sulla teoria dell'evoluzione. La sua cancellazione ha dato vita a numerose teorie e discussioni su Internet, con alcuni che suggeriscono che potrebbe essere stato un montaggio o una leggenda urbana.

Il Silenzio del Regista

Dopo la cancellazione del progetto, il regista Jon Gress ha evitato di rispondere direttamente alle domande sulla sua interruzione. Alcuni ritengono che il film sia stato confiscato dal servizio segreto americano per impedire la divulgazione di informazioni sensibili.

"Anunnaki" rimane un enigma nel mondo del cinema e delle teorie cospirazionistiche, un esempio di come i misteri non risolti possano stimolare l'immaginazione collettiva e sollevare domande sulla libertà di espressione e sulla verità storica.